Salvatore Monosilio

(1715 - 1776)

Attribuito a

dipinto ad olio su tela in cornice non coeva, con allegata dichiarazione di attribuzione di Maurizio Marini. 

Provenienza: collezione privata.

Questa tela di grandi dimensioni raffigurante San Francesco Borgia in predicazione, fu attribuita già negli anni ’90 del secolo scorso dal Prof. Maurizio Marini al poco noto pittore messinese Salvatore Monosilio, uno degli allievi più apprezzati di Sebastiano Conca. Originario di Messina Monosilio si trasferì ben presto a Roma, dove sul riverbero della fama del maestro, ottenne le prime prestigiose commissioni dalla Curia romana. Dal 1744 entrò a far parte della Congregazione dei Virtuosi del Pantheon e nel 1762 divenne membro dell'Accademia di San Luca. Nominato Sovrintendente allo Studio Pontificio del Mosaico, dirigendo le grandi opere di restauro dei mosaici di San Paolo fuori le mura, e la decorazione musiva della Cappella Gregoriana a San Pietro in Vaticano, Monosilio ottenne importanti commissioni anche fuori dalla città, dipingendo a Vicovaro, Messina, Catania e nel Maceratese, eccellendo sia nell’affresco che nella pittura ad olio.

Questa imponente opera di grandi dimensioni, proveniente da una collezione privata romana, costituisce una rara rappresentazione del santo gesuita, un ritratto ieratico e austero caratterizzato da una compostezza solenne. Inserito in una nicchia stante con la cattedra dietro di sé, è accompagnato a sinistra da due putti che giocano con le insegne vescovili. Uno dei due angioletti sembra volutamente caratterizzato da tratti somatici indigeni,come rimando auto-biografico alle missioni gesuite in Perù e in Florida fondate da Francesco Borgia nel 1565. La posizione della mano con il dito verso l’alto, infatti indica eloquentemente la predicazione della parola divina e la missione di evangelizzazione.

Stato di conservazione: buono, opera restaurata e rintelata.