L'opera è da ritenersi afferente all'ambito di Ascanio Luciani.
Si crede che sia nato a Napoli nel 1621. Le notizie che riguardano la sua vita sono scarne: frequentò con ogni probabilità la bottega del pittore di architettura Viviano Codazzi, dopo che costui prese residenza a Napoli nel 1634. Questa ipotesi si basa sul fatto che i primi lavori di Luciani sono assai simili a quelli di Codazzi, al punto di essere spesso confusi fra loro.
L'artista si può considerare uno dei principali vedutisti e prospettici del XVII secolo dopo Viviano Codazzi, di cui fu appunto allievo, con la differenza che il Luciani, includendo certi aspetti della pittura bambocciante romana, ne modulerà gli insegnamenti grazie ad un'indole più narrativa e meno drammatica, ammorbidendone quindi le sfaccettature più realistiche e degradate.
Pittore di architettura del periodo barocco, Luciani è conosciuto soprattutto per i suoi dipinti architettonici, i capricci, le composizioni con figure tra le rovine e alcune vedute. Nelle sue opere mostra sempre una profonda conoscenza della prospettiva.
Il tipo di pitture architettoniche decorative create da Luciani divennero un genere popolare nella Roma della metà del XVII secolo.
Il risultato è una pittura che coniuga il racconto di genere con l'eleganza del classicismo, nobilitata da suntuose architetture di fantasia. La sua produzione, specialmente durante la maturità, precorre esiti pienamente settecenteschi.