L'interessante ritratto di dama qui presentato, esemplifica i tratti salienti di quella ritrattistica di gusto internazionale e dalle forti qualità mimetiche che dal nord Europa ebbe larga diffusione nell'Italia della fine del XVI secolo. Ed ecco come la grande abilità nel ritrarre "al naturale" e la straordinaria resa materica dei decori, caratteristiche peculiari di questa tela, facciano pensare ai grandi ritrattisti attivi a Roma e a Firenze tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento e, in particolar modo, a Scipione Pulzone (1544-1598) e alla sua cerchia. Ritroviamo qui l'elegante calligrafia nel restituire la resa materica e lenticolare dei tessuti e dei merletti, la penombra diffusa, i morbidi contrasti chiaroscurali (sui riflessi dell'orecchino e della collana di perle) e l'assoluto controllo dell'espressione dell'effigiata: proprio le caratteristiche per cui Scipione fu ampliamente lodato in vita e che fecero scrivere al Borghini, nel 1584 che "...i suoi ritratti pajono vivi".
Il dipinto, reintelato, è in buono stato di conservazione. Analizzato alla lampada di Wood sono visibili ridipinture, alcune antiche altre più recenti, non interessano gli occhi né il prezioso pizzo dell'abito. In cornice.