Il dipinto, probabilmente uno studio accademico, potrebbe rimandare alla produzione degli anni '80 del grande pittore ungherese. Proprio dal 1883 (fino alla morte) fu professore e direttore della Scuola magistrale d'arte a Budapest, e sempre agli anni '80 è datato lo splendido Narciso, oggi conservato presso la Magyar Nemzeti Galéria di Budapest, dipinto con il quale si notano forti analogie: l'ambiente spoglio, il muro in pietra a cui si appoggia il protagonista e la luce che pone l'accento sulla scultorea anatomia di Narciso sono tutti elementi che rimandano al nudo qui presentato. Abbiamo in questo caso, come nel dipinto di Budapest, un Benczùr lontano dai dipinti in stile Rococò, commissionatigli da re Ludovico II, ma un pittore dal carattere più intimista, il che rende quest'opera particolarmente rara e apprezzabile.
La prima tela recava al retro una G in corsivo maiuscolo, accompagnata da altri due caratteri.
Reintelato, in cornice.