Di origini austriache, l'umile tintore riscoperto e reso celebre negli anni Cinquanta del Novecento da André Breton, spese il suo tempo libero a dipingere fauna e flora con passione e abilità straordinarie. Se i surrealisti amarono la parte più fantasiosa della sua produzione, identificabile nel suo "Bestiario", qui proponiamo uno Zolt analitico e classificatorio, quasi un Aldrovandi del XIX secolo ma più poetico, soprattutto nelle scene composite in cui unisce il mondo vegetale a quello animale, come si trovassero in un astratto diorama cristallizzato e senza tempo.
Firmato in basso a destra. In cornice.