L'opera, di matrice genovese, presenta vaghi rimandi del linguaggio tardomanierista cambiasesco, mantenendo al contempo chiari caratteri stilistici cari alla pittura barocca genovese.
In particolar modo, per aspetti formali, la tavola sembra trovare interessanti analogie con il periodo giovanile di Giovanni Andrea De Ferrari, in cui l'artista venne influenzato dalla cultura manieristica di Bernardo Castello, seppur alcuni aspetti stilistici suggeriscano un contatto con esiti di Valerio Castello.
Entro cornice.